Gen06

DE FUS

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DE FUS

Il FUS fu istituito con la legge n. 163 del 30 aprile del 1985 “Nuova disciplina degli interventi dello Stato a favore dello spettacolo”, prima e unica iniziativa legislativa della Repubblica Italiana che disciplina tutti i settori dello Spettacolo, per fornire sostegno finanziario ad enti, istituzioni, associazioni, organismi e imprese operanti in cinema, musica, danza, teatro, circo e spettacolo viaggiante.

Prima di allora lo spettacolo era finanziato dallo Stato con una miriade di leggi diverse, spesso arbitrarie e carenti, che dovevano essere presentate di volta in volta. Il Fus finanzia parzialmente i teatri e le imprese di produzione pubblici e privati che svolgono attività ordinaria, e garantisce stabilità e possibilità di fare programmazione con il giusto anticipo di tempo.

La cifra stanziata nell’ 85 equivaleva a circa 800 miloni di euro di oggi. Con l’ultimo taglio appena dichiarato dal Ministero, il Fus 2011 passa da 415 del 2010 (già ampiamente tagliato rispetto all’anno precedente) a scarsi 260 milioni.

Il ministro Bondi oggi non solo non ha mantenuto l’impegno di reintegrare il Fus ma lascia intendere che ci saranno altri tagli nei prossimi anni…questo significa aumento vertiginoso della disoccupazione dei lavoratori dello spettacolo. Tagliare il Fus è come licenziare di punto in bianco migliaia di operai di una grande industria come la fiat, chi oggi non lavora e non vede spiragli di lavoro deve attribuirlo anche a questo! Il fus è il motore principale dello spettacolo in Italia, riguarda tutti non solo chi ne beneficia direttamente, tutti coloro che sono professionisti del settore in un modo o in un altro beneficiano e hanno beneficiato indirettamente del Fus, per cui affermazioni come “a me non interessa, non ho mai preso un soldo”, possono essere pericolose, significano darsi la zappa sui piedi e assecondare la bestialità di chi ci governa. L’equivalente del Fus italiano esiste in tutta Europa, la Francia, per esempio, per il 2011 sostiene il cinema con 750 milioni e lo spettacolo dal vivo con 663 milioni (http://www.ilfoglio.it/soloqui/6486).

Dunque è secondo me necessario in questo momento focalizzare la nostra lotta contro l’attuale governo (in 25 anni nessun altro governo è mai arrivato a tanto, e non c’entra la crisi, la destra aveva già fatto tagli importanti quando di crisi non si parlava nemmeno, la lenta e progressiva cancellazione del Fus è una strategia esclusivamente berlusconiana) e opporci con tutte le nostre forze ai tagli. L’obiettivo non può limitarsi al semplice reintegro dei fondi tagliati, è necessario approfittare di questa crisi per prevedere un lungo percorso di riforma e di apertura che porti prima di tutto ad adeguarci agli standard europei, triplicando la somma ad oggi stanziata, e che ristabilisca e rinnovi i criteri e i parametri di assegnazione dei premi, prevedendo, ad esempio, una parte di fondi da destinare per singoli progetti di spettacolo, dando possibilità di reale autonomia produttiva e, dunque, di maggiore responsabilità, anche a quelle associazioni di artisti che lavorano a progetto e che sono costrette ad appoggiarsi alle più grandi realtà stabili.

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Tourbillon

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