Festival SportOpera 2007
Napoli, 17 – 28 ottobre 2007
un progetto Vesuvioteatro
direzione artistica Claudio Di Palma
Il tuffatore preso al ralenti
Disegna un arabesco ragniforme
e in quella cifra forse si identifica
la sua vita. Chi sta sul trampolino
è ancora morto, morto chi ritorna
a nuoto alla scaletta dopo il tuffo,
morto chi lo fotografa, mai nato
chi celebra l’impresa.
Ed è poi vivo
lo spazio di cui vive ogni movente?
Pietà per le pupille, per l’obiettivo,
pietà per tutto che si manifesta,
pietà per il partente e per chi arriva,
pietà per chi raggiunge o ha raggiunto,
pietà per chi non sa che il nulla e il tutto
sono due veli dell’Impronunciabile,
pietà per chi lo sa, per chi lo dice,
per chi lo ignora e brancola nel buio
delle parole!
Eugenioa Montale
Il tuffatore: la cui esistenza si manifesta solo nell’attimo del volo. Il resto è niente. L’azione è il tutto. Il resto non è. Non è neppure il tuffatore stesso prima e dopo il volo. E non è certamente la parola che glorifica l’impresa. Solo l’azione certifica la vita. Il resto non è!
E’ il tuffatore di Montale il simbolo di questa quarta edizione del Festival SportOpera. Un festival che si concentra sul rapporto tra sport e letteratura e, dunque, su quel non essere delle parole che ambisce alla vita dell’ azione che si compie.
E’ nel conflitto di essere e non essere fra azione e racconto che la parola detta tenta il salto conciliatore. La parola detta è azione: impulso fisico dell’attore, pulsione musicale, incisione emotiva. La parola detta ricita l’atto e ne ripassa il tratto. Inventa nell’hic et nunc un’altra vita a quel racconto morto, ricompone i segni per una nuova drammaturgia ( dramma = azione ed erg-on = opera o lavoro ) ovvero per un nuovo lavoro delle azioni: la vita ancora.
SportOpera 2007 cerca l’azione nella memoria delle azioni, cerca l’essere nel non essere, e soprattutto cerca esso stesso di essere ancora. Cerca di essere, di esistere ed agire non in nome di uno sterile e puerile piglio nostalgico per uno sport d’altri tempi, ma perché convinto che nella controversa storia dei valori dello sport moderno non ci sia spazio per alchimie compromissorie, ma ci sia solo la necessità di ricorrere ad una coraggiosa e radicale rifondazione culturale.
Claudio di Palma
organizzazione generale Dora De Martino, Giuseppe Liguoro
coordinamento Andrea de Goyzueta
con il contributo di Regione Campania, Provincia di Napoli, Vesuvioteatro, Tourbillon Teatro